#PAdigitale, i protagonisti: il Comune di Padova
- La completa migrazione al cloud e in data center certificati di circa 300 server virtuali e oltre 200 applicazioni.
- 120 progetti strategici, all’interno di un piano triennale di semplificazione e transizione al digitale.
- L’adozione di tutte le piattaforme abilitanti, partendo da ANPR e pagoPA.
L’adozione del cloud porta con sé enormi benefici sia per l’organizzazione della Pubblica Amministrazione sia per i cittadini: riduce in maniera significativa i costi, contribuisce ad aumentare l’efficienza energetica e la sicurezza di servizi e processi, migliora la qualità dei servizi erogati.
Per la rubrica #PAdigitale abbiamo intervistato Alberto Corò, responsabile del settore dei servizi informatici e telematici del Comune di Padova, portando la testimonianza di un ente che ha colto l’opportunità del digitale dandosi un piano strategico e degli obiettivi da raggiungere entro il 2023.
Il Piano di semplificazione e transizione al digitale
Se la pandemia ha dato una forte accelerata ai processi di digitalizzazione pubblici e privati, il Comune di Padova ha reagito a questa spinta adottando un approccio strategico e di lungo respiro. Con l’approvazione del “Piano strategico per la semplificazione e la transizione digitale” nel 2021, il Comune ha individuato oltre 120 progetti operativi da portare a termine entro il 2023, per rendere più semplice l'accesso ai servizi per i cittadini ma anche il lavoro dei dipendenti all'interno degli uffici.
In esso è contenuto anche il completamento della migrazione al cloud e in data center certificati.
Attualmente sono circa 300 server virtuali e un portafoglio applicativo di oltre 200 applicazioni attivi per il Comune di Padova.
Ci racconta il responsabile dei servizi informatici Alberto Corò, per i quali “la preoccupazione, e di conseguenza l’obiettivo, è di realizzare una migrazione in modo da mantenere il controllo sui dati, near-real time e essendo il più possibile indipendenti dal fornitore dei servizi cloud”.
La migrazione verso il cloud
Una sfida importante ed impegnativa,quella del passaggio al cloud,che l'amministrazione sta affrontando con un piano di migrazione il più possibile lungimirante.
In questo percorso, prosegue Corò, “il kit del Cloud Enablement Program (ndr realizzato dal Dipartimento per la trasformazione digitale con la collaborazione dell’Agenzia per l’Italia Digitale) rappresenta un’ottima guida di riferimento e metodologica, che permette di accelerare i tempi di assessment,pianificazione e progettazione della migrazione al cloud” adattandolo al contesto tecnologico e organizzativo dell’ente.
Secondo il responsabile del settore dei servizi informatici il catalogo delle soluzioni qualificate “è uno strumento di velocizzazione delle procedure di scelta e soprattutto una semplificazione per la PA del processo di definizione dei requisiti e delle clausole contrattuali da richiedere ai fornitori cloud che altrimenti dovrebbero essere definiti, richiesti e verificati da ogni ente”.
Il Comune di Padova partiva da una situazione “fortemente sbilanciata su soluzioni open source che hanno abbattuto negli anni i costi, riducendoli praticamente ai soli costi hardware dei server e delle postazioni di lavoro” sia sul fronte dei sistemi di virtualizzazione dei server sia per quanto riguarda i software di produttività e collaborazione, ci racconta Corò. “Queste condizioni hanno influenzato fortemente l’approccio al cloud”. Per il responsabile dei sistemi informativi, l’adozione del cloud (in particolare Software as a Service SaaS) presenta diversi vantaggi:
- per le amministrazioni: dalla riduzione delle richieste interne di personalizzazione con semplificazione e standardizzazione delle procedure alla velocità di messa in produzione di servizi e un potenziale aumento del livello di continuità dei servizi;
- per i cittadini: i tempi ridotti di servizi on-line. In fase emergenziale questo è stato di fondamentale importanza per fornire un servizio di supporto alla cittadinanza e alle attività economiche.
Ad oggi, infatti, l’ente utilizza il cloud per una serie di servizi diretti sia ai cittadini e alle imprese sia ai dipendenti interni all’organizzazione. Tra i servizi online ai cittadini sono compresi, ad esempio: la gestione del servizio di refezione scolastica, la gestione dei contributi economici, inoltro e relativo riscontro delle segnalazioni dei cittadini riguardanti le problematiche rilevate in città (come dissesti stradali, illuminazione pubblica non funzionante, alberature pericolose, rifiuti abbandonati, etc), riscossione dei tributi comunali, notifiche ai cittadini di avvisi comunali.
Parallelamente sono stati attivati altri servizi cloud per la gestione dei processi di back-office, tra cui: il sistema di rendicontazione e riconciliazione dei pagamenti, la gestione finanziaria dei mutui e sono in corso di attivazione il servizio per la gestione del Canone Unico Patrimoniale e la gestione delle società partecipate.
Grazie alle soluzioni in cloud per i servizi di videoconferenza, inoltre, è stata garantita la continuità delle funzioni proprie del Consiglio Comunale in tutto il periodo emergenziale.
Nell’ultimo anno, infine, il Comune ha acquistato in cloud una piattaforma per il lavoro condiviso, le videoconferenze e le performance lavorative; sta formando i propri dipendenti e adotterà lo strumento per la istituzionalizzazione del lavoro agile post-emergenza.
Le piattaforme abilitanti
Il Comune di Padova sta anche adottando tutte le piattaforme abilitanti, attraverso una stretta collaborazione con la Regione e gli altri enti del territorio. “Il caso più importante è stata l’adozione di PagoPA tramite la piattaforma tecnologica MyPay di Regione Veneto e soprattutto lo strumento collegato MyPivot per la rendicontazione e riconciliazione dei dovuti” conclude Corò, aggiungendo un’altra esperienza significativa: “l’adozione dell’ANPR ha comportato uno sforzo non indifferente della struttura ma che con orgoglio possiamo dire è stata praticamente indolore per la cittadinanza” un risultato per nulla scontato visto lo sforzo profuso dall’ente per realizzare la necessaria convergenza della struttura della banca dati locale con quella nazionale.
Chiudiamo con un consiglio per gli altri comuni che intendono accelerare il processo di transizione digitale:
Non c’è una ricetta unica, dipende molto dal contesto tecnologico, organizzativo e territoriale.
"L’unico consiglio",prosegue Corò, "è quello di prendersi del tempo, studiare a fondo come affrontare la sfida,non assecondando le spinte estemporanee che arrivano dal mercato ma cercando, per quanto possibile, di governarle, cogliendo tutte le occasioni di collaborazione con altri enti del proprio territorio".
Le storie di #PAdigitale
Per condividere la propria storia di successo legata alla trasformazione digitale è possibile scrivere a comunicazione@innovazione.gov.it. Le storie, l’esperienza e i consigli degli enti che hanno già operato la transizione potranno aiutare altre amministrazioni nel processo di trasformazione digitale.