Intervento della Ministra Paola Pisano agli Stati Generali, 13 giugno 2020
Credo che siamo davvero davanti a un cambio di marcia dell’Unione Europea e dobbiamo essere all’altezza di questo cambiamento. La crisi causata dal Covid-19 è stata innanzitutto una grave pandemia che ha portato morte e dolore. Tanti italiani meritano la nostra solidarietà. Ma quanto accaduto finora è anche una circostanza che richiama tutti noi italiani a una responsabilità.
Questa responsabilità consiste nel non inibirci in statiche difese di un faticoso equilibrio passato messo in discussione da un trauma. Consiste nell’assumerci l’onere e l’onore di favorire una trasformazione dell’Italia capace di renderla più innovativa e più adeguata alle sfide internazionali. L’Europa si è desta,ha detto oggi la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.L’Unione ha prodotto in poche settimane un cambiamento di portata storica, ha osservato il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Trovo stimolanti gli spunti di riflessione forniti oggi riguardo alla Pubblica amministrazione e alla digitalizzazione dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sulla scia delle sue “Considerazioni finali” pronunciate il 29 maggio scorso.
Non posso che apprezzare queste e altre valutazioni ascoltate qui e non posso non domandarmi: i cittadini, l’opinione pubblica, il senso comune hanno percepito la portata di questo cambiamento che induce l’Unione Europea ad aiutarci e noi a dover realizzare la trasformazione necessaria per recuperare ritmi di crescita economica?
Tutti, l’intera maggioranza di governo e l’opposizione, siamo tenuti a non perdere questo momento per alleggerire e aziende dalla fatica di tante procedure e obblighi burocratici. Non si tratta solo di rendere digitale la compilazione di un modulo. Non basta questo.
Si tratta per esempio di introdurre in alcune normative, nelle pratiche, nella formazione delle prossime leve dirigenziali della Pubblica amministrazione il criterio del processo digitale: immettere in alcuni processi analisi dei dati per capire e gestire fenomeni complessi, verificare efficacia di soluzioni adottate, indirizzare energie e progettualità dove più servono. E questo non significa assegnare scarso valore al fattore umano. No, il fattore umano è determinante e determinante è la formazione.
Dobbiamo liberare imprese e cittadini da troppe ore impiegate per assolvere ai propri doveri secondo percorsi tortuosi o desueti, non strade adeguate al nostro tempo. Dobbiamo rendere possibile liberare tempo ed energia nelle aziende italiane affinché queste imprese dispongano di più tempo e più energie da riservare all’elaborazione inventiva di idee da mettere a frutto.
Saremo giudicati su questo. Noi che siamo al governo, ma anche tutta l’Italia e le sue preziose forze del lavoro nei confronti delle quali è indispensabile ridurre gli ostacoli a impegno proficuo. Occorre avanzare. Non arretrare.